IL COMPLESSO BUDDISTA KARATEPA A TERMEZ – SUD UZBEKISTAN

Il nome del complesso buddista Karatepa (Sud dell’Uzbekistan) significa la “collina nera”. Questo complesso di 7 ettari di superficie, nacque nel II- V secolo d.C. su 3 colline, nella parte nord-ovest dell’Antica Termez.

Originariamente Kara-Tepa fu composto da molte grotte (vihara) e diverse strutture terrestri, in ognuna delle quali vi era uno stupa (struttura religiosa buddista). Le pareti dei vihara hanno conservato molte iscrizioni in varie lingue: siriaco, arabo, battriano, ecc. In totale tutto il complesso consisteva di oltre 30 templi e diversi monasteri, con delle strutture scavate nelle colline di arenaria e in più vari edifici terrestri (fatti di pakhsa e mattoni crudi), i cui cortili erano circondati dagli ayvan, costruiti lungo il loro perimetro.

Innanzitutto, è uno dei pochi monumenti dell’Asia centrale del periodo Kushan.

Secondo: è il primo, o almeno uno dei primi monumenti buddisti nati in questa vasta regione.

Terzo: è l’unico conosciuto monastero buddista di grotte-vihara nell’Asia centrale.

Nei tempi antichi per questo territorio passava un’importante rotta carovaniera della Via della Seta, che partiva da diverse province dell’Afghanistan e dell’India odierni e dopo aver attraversato la “Mesopotamia centroasiatica” proseguiva fino al Turkestan orientale e alla Cina. L’Antica Termez si trovava su una delle tratte più trafficate di questo percorso, tra Balkh, la capitale dell’antica Battria, e Samarcanda, il centro politico e culturale di Sogdiana (Sogd).

Del ruolo particolarmente importante di questo centro buddista nell’impero Kushan fa sapere il suo nome conservatosi in una delle iscrizioni – “Khadeva-ka vihara” – “monastero del re “, mentre in un’altra viene menzionato come “vihara Gulavhara”.

Secondo la topografia del loco, qui c’erano decine di grandi complessi di grotte. I materiali archeologici confermano anche le informazioni sull’assimilazione e la diffusione del buddismo tra i Battriani (Tochar). Il fatto stesso dell’esistenza di un grande monastero buddista a Termez, i vasi di argilla con varie iscrizioni in sanscrito e caratteri kushana – parla dell’assimilazione del buddismo, delle scritture e della lingua indiane dai popoli locali. Anche l’insolita architettura degli edifici del complesso (la larga diffusione dei santuari con tre e quattro corridoi, che li aggiravano) testimonia il contributo dei buddisti locali a tutta l’architettura buddista.

Il complesso non può essere incluso nel numero dei dieci monasteri buddisti di Termez, descritti da Xuan-tsang, visto che a quel tempo il monastero di Karatepe fu già distrutto da diversi secoli. Ma pur essendo distrutto da un terremoto, fu indubbiamente sopravvissuto in alcune sue parti. Grazie ai reperti di Karatepe, sarà possibile studiare non solamente i problemi, che riguardano la storia dell’Asia centrale, ma anche i suoi legami con India, Cina e Iran, formatesi in questo incrocio delle rotte carovaniere, come possiamo definire l’oasi di Termez.

Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo.


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